Il quarto appuntamento del 2’ ciclo di Webinar Informativi “I Giovedì di Confapi” ha proposto un approfondimento che riguarda la capacità di vivere in equilibrio superando l’ansia e lo stress personale per contribuire al raggiungimento degli obiettivi aziendali. L’incontro si è tenuto con Paolo Manocchi, Formatore Comportamentale e Coach per la persona e Andrea Tonti, ex ciclista professionista e co-fondatore e responsabile eventi Bike Division Tour Operator.
LA PREMESSA
La pandemia ha cambiato molti degli equilibri personali e professionali nei quali vivevamo costringendoci a cambiare anche i paradigmi comunicativi che caratterizzavano il nostro agire.
Il cambiamento era già in essere anche se è stato probabilmente accelerato a partire dalle nuove modalità di interazione che hanno allargato le distanze interpersonali. Per le imprese e per le persone che vi lavorano è stato necessario reagire. Per mettere le proprie capacità a disposizione del raggiungimento degli obiettivi aziendali occorre che ciascun individuo sia consapevole del proprio ruolo, del proprio valore, riconosca le regole e il leader che guida la squadra pur consapevoli che la cultura occidentale non ci prepara al gioco di squadra ma solo all’individualismo e al successo personale.
L’ESPERIENZA DI ANDREA TONTI
Andrea Tonti è stato un ciclista professionista che ha svolto gran parte della carriera contribuendo alle vittorie dei propri capitani. Attraverso le sue riflessioni e il racconto di alcuni aneddoti, si è ribadito che la squadra è composta da individui con caratteristiche diverse che vogliono vincere insieme che è un concetto diverso da quello gruppo costituito, invece, da un insieme di individui che vogliono vincere soprattutto individualmente. Andrea Tonti è l’emblema del gregario, figura perfettamente ritrovabile anche nelle aziende come colui che del fa quello che serve per far vincere la propria squadra. Spesso capita che in azienda si preferisca lavorare con persone apparentemente simpatiche mentre per un’organizzazione orientata al successo, occorre avere figure funzionali all’obiettivo. Sacrificarsi per un collega, come un gregario col capitano, significa essere consapevoli dei propri pregi e dei propri limiti e impegnarsi per dare il meglio di sé anche per aiutare gli altri. Per questi un leader positivo, vincente, è colui che, attraverso l’esempio, offre modelli di comportamento virtuosi e si offre al collega in difficoltà per aiutarlo a superare la criticità. In questo si distingue il professionista rispetto al dilettante che invece punta al successo personale. Allenarsi a vincere è molto importante e non scontato perché chiedendo alla maggior parte delle persone se vogliono vincere la risposta sarà ovviamente sì ma quando diciamo loro che per vincere è necessario fare ciò che serve quando serve e che il concetto di vincere non è in un comportamento agito ma in un atteggiamento mentale preciso, la maggior parte comprende che vincere non è così automatico. Andrea Tonti ha riportato nell’azienda che dirige molti dei concetti imparati dalla vita di atleta a partire dall’importanza di una comunicazione efficace con i collaboratori, clienti e fornitori, l’importanza dell’ordine con il quale fare quello che quotidianamente l’importanza di condividere idee ed ascoltare quelle degli altri ancorchè siano diverse da quelle che si vorrebbero sentire.
L’ESPERIENZA DI PAOLO MANOCCHI
Come coach della squadra corse Lamborghini e come coach che aiuta le persone a vivere un maggior equilibrio nella loro vita quotidiana indipendentemente dall’attività professionale svolta, l’intervento di Paolo Manocchi è servito per razionalizzare molti dei concetti discussi.
Uno dei primi problemi che si devono affrontare è il disequilibrio emotivo altrimenti le emozioni ci governano e ci impediscono di far quel che serve per giungere all’obiettivo.
Particolarmente importante è che ci sia nell’esercizio della leadership da parte del capo intesa come amalgama coerente delle caratteristiche dei partecipanti.
L’individuo non nasce dotato degli strumenti per gestire gli stati di disequilibrio emotivo ma, nonostante tutti i progressi tecnologici, finché il mondo sarà fatto di persone, queste faranno la differenza nel bene e nel male e dunque su di loro occorre lavorare e loro stesse devono lavorare per crescere nella gestione delle proprie competenze comportamentali.
Tra le tematiche più importanti c’è quella del rispetto tra le persone e dell’autorità di ciascuna in base al proprio ruolo, età, competenze resistendo all’errore del mancato risultato come un episodio negativo insuperabile.
LE CONCLUSIONI
Per mettere a disposizione dell’impresa, del team, della squadra le proprie qualità, occorre avere la giusta autostima e la consapevolezza del proprio ruolo lavorando su sé stesso. Per questo è fondamentale individuare comportamenti e stati d’animo che migliorano il contributo da offrire alla propria azienda attraverso un percorso continui che migliori l’autostima, l’autoefficacia, la gestione del proprio tempo e dello stress.