Lo Scenario dell’Impresa 2022”

a cura del prof. Massimo Giannini, Full Professor of Political Economy University of Roma Tor Vergata, Dep. of Enterprise Engineering

Il primo appuntamento del ciclo di Webinar Informativi “I Giovedì di Confapi” ha offerto l’occasione per un’analisi dell’attuale scenario economico e uno sguardo prospettico su quello che accadrà di qui ai prossimi anni.

LA PREMESSA

Il prof. Giannini ha rimarcato il ruolo dell’impresa quale generatrice di valore e di ricchezza e la sua centralità (spesso dimenticata). L’Italia, dopo la crisi del 2008, attesa dagli analisti finanziari e puntualmente verificatasi, si stava faticosamente riprendendo provando a riportare gli indicatori macroeconomici su valori costantemente positivi. La pandemia ha cambiato ancora una volta i piani.

LO SCENARIO

Il prof. Giannini ha orientato la sua riflessione analizzando i dati Istat che riguardano i settori più forti della nostra economia e che garantiscono occupazione. Tali dati sono stati incrociati con i fondi che l’Italia avrà a disposizione (circa 310 Miliardi di Euro), gran parti derivanti dal piano denominato Next Generation Eu. Il Governo Italiano, infatti, ha definito gli Asset principali intorno ai quali saranno messi a disposizione i fondi che andranno spesi entro il 2026. I due capitoli principali riguardano la Digitalizzazione e la Transizione Ecologica che insieme saranno destinatari di circa il 50% delle risorse.

LA RIFLESSIONE

Dallo studio del prof. Giannini emergono delle contraddizioni tra il motore dell’economia italiana, ingolfato e rallentato dalle conseguenze sull’economia italiana del Covid-19, e la destinazione dei fondi. Dati alla mano, infatti, i settori trainanti riguardano prevalentemente il terziario, la ristorazione, i servizi alla persona mentre per quanto riguarda le Marche, sussiste evidentemente anche una forte incidenza del comparto calzaturiero e del trasporto su gomma.  La riflessione, quindi, riguarda come i fondi comunitari in arrivo, allocati nei capitoli di spesa semplificabili come Digitalizzazione e la Transizione Ecologica possano impattare positivamente sui principali settori che alimentano la nostra economia ed aiutarli concretamente.

LE CONCLUSIONI

Politicamente viviamo una fase nella quale anche gli orientamenti più euroscettici o eurocritici hanno trovato una sintesi nel sostegno al nuovo governo incaricato e, in particolare, al premier Draghi. La partita che giochiamo sui tavoli della competitività internazionale è fondamentale per i nostri settori trainanti ma la sintesi è che, ancora una volta, gli imprenditori (come sempre accaduto nella storia) dovranno provare a farcela soprattutto da soli perché gli stringenti confini nei quali sono circoscritti gli aiuti che arriveranno potrebbero essere difficili da definire e da realizzare in un arco temporale limitato come quello che conduce al 2026 (e non oltre), e forse non così decisivi rispetto alle esigenze reali delle aziende italiane e marchigiane soprattutto dei settori per noi nevralgici.

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